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Storia presa dal web

Ultimo Aggiornamento: 18/08/2012 00:03
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Post: 11
Città: MILANO
Età: 30
Sesso: Maschile
18/08/2012 00:02

Una zia decisa...
Stefano aveva da poco compiuto 18 anni e, come tutte le estati, trascorreva un paio di settimane nella seconda casa della zia Maria Luisa, in Liguria.
Maria Luisa, separata, 55 enne, amava trascorrere le vacanze in quella bella villa isolata a picco sul mare, leggendo e godendo del caldo sole mediterraneo.
Una mattina, riordinando la camera di Stefano, la zia trovò, nascosto nei libri di scuola, un pacchetto che conteneva un paio di spinelli. Sorpresa, ma non tanto del fatto, decise di impartire al giovane nipote una severa lezione e, nel contempo, di concedersi qualche momento delle sue adorate e segrete pratiche di “dominazione”.
La sera stessa, dopo cena, chiamò Stefano senza esitazioni gli mostrò il pacchetto “proibito”. Un cilindretto di carta stagnola che conteneva il famoso e “proibitissimo” “fumo”. Immaginate poi che Stefano era figlio di un severo e affermato dirigente d’azienda, noto per la sua integrità e severità morale. Guai se avesse solo sospettato che il figlio si abbandonasse a simili vizi !

Stefano, immobile, non potè che confermare la manifesta accusa della zia, severa e immobile nella sua posa inquisitrice. Già Stefano si vedeva “sequestrata” la macchina, requisito il computer e proibite le uscite serali,oltre al veto delle vacanze estive.

La zia percepì questo suo stato d’animo. Si distese sul divano e si tolse i mocassini estivi che era solita indossare, distendo le gambe ed i piedi sullo stesso divano. Senza particolare enfasi, diede corpo ai peggiori timori di Stefano, preannunciandogli che avrebbe chiamato suo padre per informarlo dell’accaduto. Al che Stefano proruppe in un tono quasi lamentoso, dicendo: “ti prego zia, farei qualunque cosa ! Aiutami ! Non dire nulla a papà ! Qualunque cosa ! “
Zia Maria Luisa allora, mantenendo lo sguardo severo, disse: “sei fortunato, nipotino mio ! Con poco potrai avere il mio silenzio !” Al che Stefano, speranzoso, disse: “cosa devo fare zia ? dimmelo subito ! sono pronto !”

“Bene”, disse la zia, “ sarai il mio “puer ad pedes” per una settimana ! “Cioè ?” rispose stupefatto Stefano !
“Devi sapere che nell’antica Roma”, spiegò serafica la zia, “ le matrone illustri disponevano di giovani di bell’aspetto che avevano il compito di prendersi cura dei loro piedi. Dalla lavanda alla pulizia, compreso il massaggio e altre pratiche umilianti e servili”. Bene, per una settimana, sarai il mio “puer ad pedes !”. Mi sembra uno scambio favorevole, viste le prospettive che ti attendono qualora rivelassi il tutti al tuo severo paparino !”.
Così dicendo agitò leggermente il piede davanti a Stefano che rimase ammutolito. Poi, soppesando le conseguenze della “rivelazione” della zia al padre, non disse nulla e, balbettando, disse alla zia “ma zia, stai dicendo sul serio ??”. La zia, con un’espressione imperscrutabile e ferma, gli rispose che si trattava di una buona offerta, uno scambio conveniente e assolutamente vantaggioso in considerazione delle conseguenze cui andava incontro il giovanotto. Stefano, pallido e ansioso, continuava a pensare alla reazione del padre, alle conseguenze in famiglia e alle imminenti ripercussioni in casa. D’altronde diventare il leccapiedi della zia gli sembrava inaccettabile e senza senso. Lui, giovane, piacente, muscoloso, corteggiato da ragazze giovani e carine, costretto a diventare il servo dei piedi di una zia ben matura e arrogante !
Passano ancora alcune decine di minuti e la zia, sempre impassibile, rivolge lo sguardo a Stefano e, impugnando il telefono cellulare, gli dice con fredda determinazione che ormai deve considerare il suo silenzio come un rifiuto e quindi si accinge a comporre il numero del padre di Stefano per metterlo al corrente delle “prodezze” del rampollo. Stefano, alla frase, sbianca in volto e comprende che, se vuole continuare a divertirsi ed evitare la tempesta paterna, non ha scelta !
“Penso che dovrai imparare a conoscere presto, molto presto, il sapore dei piedi della tua cara zia, giovanotto !”
Al che Stefano, capito che quella era lo sola alternativa possibile, si inginocchiò davanti alla sedia della zia e incominciò, in silenzio e con il capo abbassato, a leccare le piante odorose e sudate della sua zia e padrona. Assaporò l’odore dei piedi, pulì con attenzione gli spazi interdigitali e, come uno schiavo dell’antica Roma, baciò con devozione e umiltà i piedi che gli venivano offerto con arroganza e senso di potere.
[Modificato da schiavoannusapiedi 18/08/2012 00:03]
giovaneschiavoannusapiedi@gmail.com se volte contattarmi anche per fare 2 chiacchere
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